INFO@NEWITALIANBLOOD.COM©2000-12
PASSWORD REQUEST ---- LOG IN YOUR HOME
 
 
nib.com architecture texts - Article
 
ugo rosa & domenico cogliandro  u.rosa@awn.it,info@cenide.it
architetti  15.06.03
IN THE NIGHT ALL COWS ARE BROWN (3)

Previous (2): www.archphoto.it


Torniamo alla carica, quindi, sulla Freeman Fox.
Come avrebbe fatto Chandler per il suo Marlowe, magari implicando, e svelando inattesi intrecci tra parti "buone" della società civile, associazioni ambientaliste, industrie di detersivi e la bimba, ormai trentacinquenne, che fece lo spot per la BigBabol. La società Freeman Fox & Partners ha realizzato una serie di opere tra cui, come compare alla voce Dr. Brown, il nostro Luangwa Bridge, e poi, secondo quel che riporta il curriculum breve della Stretto di Messina, proprio il ponte sul Severn, realizzato tra il 1961 e il 1966, che ha una luce di 988 metri, ed è tutto in acciaio; quindi tra il 1970 e il 1974 il primo ponte sul Bosforo, in Turchia, progettato (qui dice) da sir Gilbert Roberts, e non da altri, che ha la dimensione in lunghezza di 1074 metri ed è anch’esso tutto in acciaio; e il più recente Humber Bridge, che vede la luce, è il caso di dirlo, tra il 1972 e il 1981, stesso progettista del precedente, che ha la struttura delle torri in cemento armato e il resto della struttura in acciaio per coprire una distanza di 1410 metri. La Freeman Fox & Partners e John Taylor e figli hanno costituito nel 1987 la Acer Consultants, che tra il 1986 e il 1988 ha realizzato un ennesimo ponte sospeso di 1090 metri di luce sul Bosforo, il cosiddetto Bosforo II o più precisamente il Fatih Sultan Mehmet Bridge. Tra i progettisti compaiono, grazie agli equilibrismi finanziari delle grandi società, sia Freeman Fox che Acer Consultants (nonostante siano la stessa cosa), assieme al Botek, che è una società di consulenza tecnica creata apposta per la realizzazione di questo ponte. Questa stessa Authority è inclusa tra le "società ed associazioni" che la Stretto di Messina indica in calce all’elenco dei collaboratori al progetto di massima.Tra i co-contractor dell’opera sul Bosforo ci sono, per dovere di cronaca, Ishikawajima-Harima Heavy Industries, Mitsubishi Heavy Industries, Nippon Kokan, STFA Group, e la nostra Impregilo Spa. In quest’ultima opera, turca, secondo quanto risulta alla Società Stretto di Messina, il nostro Dottor Brown ha curato, pare, progettazione e direzione dei lavori, ma nella scheda presente su www.structurae.de del progettista nemmeno l’ombra. Nemmeno scavando a dita sanguinanti tra le pieghe di tutti i partners collegati. Certo, una disdicevole dimenticanza.
Abbiamo anche mandato una mail alla società Stretto di Messina per avere da loro informazioni sul misterioso progettista.
Ci hanno risposto. Ma vi teniamo sulle spine.
I Brown nella rete sono tanti: pastori protestanti, insegnanti, agricoltori, cantanti, James Brown, Padre Brown e quel John Brown che "con diciannove suoi compagni di valor / dall’est all’ovest la Virginia conquistò / Glory, glory alleluia".
Perdersi nelle maglie di questo pulviscolo (in questo moto browniano, se ci si passa il gioco di parole…) non è difficile.
Sicché, navigando tra una costa rocciosa e una spiaggia desolata, intravedendo da lontano faraglioni e radure, smarrendoci tra cale e promontori, sfiancati dal nostro personalissimo ingorgo e sprofondati nello sprawl salottiero della consolle, ci siamo imbattuti in un catalogo di nominativi così intitolato "Multinational Construction and Engineering Companies 2002", un affare da 800 pagine in pdf del quale abbiamo scaricato il solo indice da 14 pagine, corpo 4, font Helvetica, che riporta un numero impressionante di imprese, società di ingegneria, uffici di relationships. Circa seimila gruppi, e probabilmente anche i più quotati del mondo. Alla lettera B di Brown esiste soltanto una Brown & Root International Inc. che però, da altri documenti che rileviamo, si occupa di oleodotti, gasdotti o cose del genere. Insomma, in questa geografia fatta di nomi di cose e di nomi di persona, le rotte sono troppe e non si arriva al porto sicuro se non con difficoltà. La musica finisce. Quella del cd. Cala un singolare silenzio nella nostra stanza dilatata, lunga grosso modo quattrocento chilometri e profonda tre metri. In questi momenti può accadere la qualunque. Una soluzione è quella di alzarsi scazzati e abbandonare tutto, "non se ne viene a capo di nulla" è la frase tipica. Ma, quasi per sbaglio, è entrata una cimice nel cervello, proprio nel momento in cui è calato il silenzio. Brown & Root. Ora, la società di ingegneria che si chiama così non ha nulla a che vedere con le nostre indagini: ma non è questo che ci ha colpito. Brown & Root è una specie di sibilo, un suono, una cadenza, tlac tlac tlac, Brown and Root. Pof pof pof, toc toc toc. Attorno si è alzato un irrevocabile silenzio, e tutto rimbalza dentro la testa. Stavamo per abbandonare, ma l’occhio, e forse più l’orecchio, ci è caduto sulla lista allegata all’elenco dei consulenti della Stretto di Messina. Tra i presenti fa capolino una certa Brown & Beech, tlac tlac tlac, non meglio identificata. Un caso? Andiamo su un solito e indifferente motore di ricerca e scopriamo che Brown & Beech rimanda al sito www.b2.co.uk, della società di ingegneria, appunto, Brown & Beech, presente nell’elenco detto. (imm. 02) Il nome del nostro ingegnere (più precisamente William C. Brown) si rivela membro fondatore della società che "forty years experience includes many of the world's most significant bridges: Forth Road, Severn, Humber, First Bosporus and continues with the Second Bosporus Bridge, the Messina Straits Crossing and Dardanelles Highway Crossing".


Next (4): www.channelbeta.net